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«Il Piero Jahier che a inizio 1918 pubblica la prima edizione - la più compatta stilisticamente e tematicamente - di 'Con me e con gli alpini' è un ufficiale incaricato dell'addestramento delle reclute. Tra i più noti esempi di populismo letterario della letteratura italiana contemporanea, l'opera intende "raccontare" (ma anche "cantare" e "argomentare") la bellezza del rapporto che si instaura fra il superiore e i suoi soldati, la scoperta di una realtà montana più sana e degna di quella cittadina. E tuttavia molti altri sono i motivi d'interesse: innanzitutto i riferimenti a una fede, valdese e protestante, che solo nella prima edizione Jahier si sente di esibire a chiare lettere, suggerendo una continuità fra la tradizione delle Valli e quella deì soldati italiani di montagna. Ma anche la scrittura, così salmodiante e biblica, che ha la funzione di ipnotizzare la durezza della guerra, trasponendola in una diversa dimensione. A ben vedere, Jahier scrive una storia d'amore tra un ufficiale e la sua truppa. Lontano dalla guerra, insomma, e un po' anche contro la guerra.» (Paolo Giovannetti)